Dopo avervi spiegato come funziona la lettura di un bollettino meteo classico per la montagna, vediamo un bollettino molto particolare e purtroppo tristemente noto negli ultimi anni visto l’aumento della frequentazione della montagna invernale: il bollettino neve e valanghe.
Quando ci si approccia alla montagna invernale la pianificazione del meteo deve essere assolutamente attenta ed accorta. Quindi, alle previsioni classiche si associa il bollettino neve e valanghe che da informazioni soprattutto sul grado di pericolo e sullo stato del manto nevoso.
Va detto che è un bollettino molto collaudato soprattutto nel campo dello scialpinismo, ma che viene decisamente sottovalutato (a torto) da escursionisti e ciaspolatori invernali, che spesso non tengono conto di tre aspetti fondamentali: una valanga può accadere anche in condizioni relativamente tranquille per esempio all’interno di un bosco su pendii di solo 10 m di sviluppo; il carico esercitato da un ciaspolatore sulla neve è circa 4 volte quello esercitato da uno scialpinista; un ciaspolatore spesso non è addestrato (e attrezzato)all’autosoccorso.
Come al solito commenterò un bollettino molto noto emesso dall’ ARPAV nel periodo invernale. Nell’immagine che vedete nel seguito sono evidenziate alcune parti cardine del bollettino:
- La situazione attuale: indica le zone e il grado del pericolo allo stato attuale in modo generale. I gradi di pericolo sono indicati affianco dal più basso 1 al più alto 5 e vanno intesi come non lineari. Tanto per intenderci in modo chiaro, con grado 3 “marcato”, salvo rari e ben conosciuti casi, si sta a casa!
- L’ambito: indica a quale parte dei gruppi montuosi ci si riferisce, non in tutte le zone della montagna infatti il grado è necessariamente uguale.
- Descrizione del pericolo: questa è la parte cardine del bollettino. Qui sotto forma di icona sono indicate tutte le informazioni importanti: Luoghi del pericolo, Tipo di valanga, Meteo, Limite della neve e Vento. Le icone per descrivere tutto questo sono molte e ben codificate, la legenda con la loro descrizione la trovate qui. Le cose più importanti sono le prime due che riguardano l’esposizione Nord, Sud, Ovest, Est dei massicci montuosi su cui intendiamo recarci e la quota oltre cui il pericolo diventa tangibile.
- Ambiti del pericolo: spiega in poche parole cosa aspettarsi. Frequentemente si trova un indicazione sui “pendii oltre i 30°” e a questa indicazione dovrete fare particolarmente attenzione. I 30° sono una sorta di “soglia limite”: se vi muovete evitando i luoghi pericolosi del punto 3 e su pendii sotto i 30° il rischio di rimanere sotto una valanga si riduce drasticamente.
- Previsione: questa parte è utile invece per la pianificazione di una gita magari il giorno dopo e va tenuta d’occhio i giorni precedenti all’uscita. Vedrete che le indicazioni non sono così dettagliate, ma riportano solo i versanti a rischio e il grado generale di pericolo. Queste due informazioni, unite allo stato generale della situazione attuale (punto 3), vi devono bastare.
- Indicazioni sulla sicurezza: questa è una parte fondamentale, ogni parola la dovete leggere due volte e senza superficialità. Qui sono indicate le cose veramente importanti.
Con questo da frequentatore della montagna invernale mi sento di dare alcuni consigli sensati su alcuni argomenti: non è necessario avere tutto l’armamentario per l’autosoccorso (sondino, pala e ARVA) se non andate in ambiti pericolosi, ma è imperativo sapere cosa si sta facendo. Se non sapete cosa sia l’ ARVA state a casa del tutto e andate a sciare in pista. Se sapete cos’è l’ARVA, ma non l’avete mai usato, provatelo un po’ di volte e poi, e solo poi, andate in mezzo alla neve. E se il grado valanghe è 3 o superiore: state a casa!
Ricordatevi che la montagna invernale raramente perdona.
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