Uno dei massicci più belli delle Dolomiti, un “sasso” a me caro, l’ estate scorsa abbiamo fatto il giro del Sassolungo, montagna molto verticale che domina la Val Gardena. Il giro come lo abbiamo fatto noi non è molto impegnativo, ma chiede comunque piede fermo nella prima parte del percorso.
Saliamo al rifugio Demetz dal passo Sella, attraverso una delle ultime cabinovia da 2 persone, da prendere letteralmente “alla bersagliera”! Partiamo con la prima corsa per goderci la calma del mattino in quota. Al Demetz siamo sotto lo 0°C e il vento la fa padrone, cordate di alpinisti si stanno attrezzando per sfruttare la finestra di bel tempo prevista nelle prossime ore. Da qui partono diverse vie di arrampicata su roccia, tra cui la normale al Sassolungo. E’ anche la via di accesso preferita per la ferrata Oskar Schuster, che abbiamo già percorso e di cui scriveremo appena riusciamo.
Proseguiamo attraverso la spaccatura che si apre tra Sassolungo e Sassopiatto, con le pareti scoscese a un passo, che danno un senso di imponenza incredibile. Il sentiero è uno zig zag tra rocce e lingue di neve che a volte qui non si scioglie mai.
Passata la parte stretta, si apre una vista larga su ghiaione tipicamente glaciale e si comincia a scorgere il Rifugio Vicenza, in posizione sublime. Pochi sanno che è uno dei rifugi più vecchi delle Dolomiti (1894), e nel cuore rimane per me IL rifugio. Entriamo per un thè caldo e dentro i gestori stanno iniziando la giornata, preparandosi la colazione. Scambio due chiacchiere con loro sulle richieste assurde di qualche turista, e concordiamo entrambi che volevamo più turismo ma forse la cosa è sfuggita di mano. Il rispetto non è più di casa ogni tanto. Salutiamo il loro stupendo cane e ci avviamo.
Prendiamo il sentiero verso destra, sempre in senso orario, e rientriamo nella dimensione del fondovalle: a poco a poco sparisce la neve e il ghiaione, compaiono le prime piante colonizzatrici, compare l’erba e piano piano ci ritroviamo a rifugio Comici, in una purtroppo chiassosa, non particolarmente festante, massa turistica.
Prendiamo un po’ di fiato e via veloci verso la macchina in parcheggio.
Breve storia alpinistica del Sassolungo
Pochi sanno che il Sassolungo è una delle montagne con molte vie di salita, poco banali, quasi tutte “liberate” in epoca relativamente recente. La prima ascensione documentata è del 1869 durante le grandi esplorazioni dolomitiche di Grohman, via che richiede ancora oggi quasi 5 ore, ma la prima salita in solitaria è solo del 1969 ad opera di Messner, e la prima invernale del 1985 (Walde-Zuech). Insomma, l’altro ieri.
Breve storia del rifugio Toni Demetz
Anche la storia del rifugio Demetz vale un piccolo inciso. Tragica, ma fa comprendere quanto pericolosa possa essere una montagna come il Sassolungo, che oggi sembra un presentata come un parco giochi, ma che fino a pochi anni fa era, ed è, temibile quando vuole. Il rifugio venne costruito per la forte volontà di Giovanni Demetz, guida alpina, dopo che il figlio Toni, guida di 20 anni, venne colpito da un fulmine il 17 Agosto 1952 sul Sassolungo colpendo anche due turisti milanesi che stava accompagnando.
Il primo ad accorrere sul luogo dell’incidente fu proprio Giovanni Demetz, padre dello stesso Toni, che porterà a valle uno dei due turisti, in fin di vita ma ancora vivo. Il resto ve lo lascio approfondire qui.
Total climbing: 356 m
Total time: 04:04:14