Partiamo da un assioma: percorrere la ferrata Innerkofler e non salire alla cima del monte Paterno, o non proseguire per il sentiero delle forcelle fino al rifugio Pian di Cengia sarebbe un po’come commettere qualcosa di immorale. O meglio, come bere una birra calda sotto il sole cocente.
Inconcepibile.
Se poi trovi il meteo di una giornata di quelle che ne capitano 2 su 5 anni, con sole e il cielo sereno nel senso più assoluto, allora le congiunzioni astrali e le preghiere convergono verso un punto così vicino alla condizione del nirvana che Budda ti strizza l’occhiolino.
Va detto che è una ferrata non difficile, con poco avvicinamento, se si parte dal rifugio Auronzo, con una vista, in particolare dalla cima, sulle Tre Cime che è al limite tra l’incredibile e lo scandalosamente sconcertante. In senso buono.
Ecco, mi spiace per i lettori, che magari proveranno un po’ di invidia, ma la condizione era veramente veramente perfetta. Ai primi di giugno, solo poca neve in quota nell’ultimo strappo verso la cima del Paterno, quasi nessuno in giro e poi via fino al Pian di Cengia.
Un consiglio: al Pian di Cengia mangiate, il profumo delle loro patate saltate mi perseguiterà a lungo.
Non me ne vogliano i puristi dolomitici ma non è un itinerario per tutti. La difficoltà tecnica della ferrata non è molta, ma sicuramente il dislivello e la lunghezza dell’itinerario non lasciano pietà agli sprovveduti.
Però per equilibrare questo karma positivo devo dirvi anche qualcosa di negativo: primo premio come top performer di insolazione mai presa, e gli ultimi 5 km ho molto subìto la fatica.
Ma è stato talmente bello che fa dimenticare il bruciore.
Total climbing: 1036 m
Total time: 07:44:11