Pianificare una gita outdoor può sembrare banale, specialmente in ambienti non particolarmente pericolosi. Ma pianificare, oltre che andare di pari passo con la sicurezza, vuol dire soprattutto porsi delle domande basiche: quanto ci metto? cosa mi porto? con chi vado? dove vado?
La maggior parte dei manuali identifica il processo basilare della scelta della gita partendo dalla scelta iniziale della meta. Onestamente credo che questo dovrebbe avvenire in questo ordine dopo aver accumulato una certa “maturità” per comprendere i propri limiti. Ma all’inizio la domanda deve essere: “questa cosa qui riesco a farla o rimango impiantato a metà strada di notte?”.l
Riferendosi al solo ambiente montano e agli itinerari estivi, la scala delle difficoltà escursionistiche è ormai molto nota, e si trovano molte descrizioni in rete . Un richiamo veloce, per sole immagini, non guasta: in ordine di severità abbiamo
Valutare le tempistiche
Una volta capita la possibilità di raggiungere una meta secondo le difficoltà, poche informazioni in giro si trovano invece sulla valutazione delle tempistiche, forse il parametro più interessante per chi si accinge a partire. Ci sono in realtà dei metodi codificati di stima, ma la verità è che poi si affina la propria sensibilità sui tempi con l’esperienza. Dal mio punto di vista strettamente personale, i fattori che io considero importanti per la valutazione sono: lunghezza del percorso, dislivello in salita, difficoltà media, meteo, compagni, peso dello zaino. E’ molto molto importante fissarsi dei punti di controllo dell’orario lungo il percorso, per capire se e quanto siamo in ritardo, non per un discorso di traguardo sportivo, ma per capire se è il caso di modificare i piani.
Lunghezza del percorso
Mediamente un uomo percorre in pianura 5 km/h di buon passo (quello che si usa uscendo da lavoro per andare a prendere il primo autobus/metro che ci porterà a casa). Questo vale per il primo chilometro, poi comincia comunque a rallentare. In generale una persona allenata può fare (faticando parecchio) sui 18/20 Km al giorno in montagna, 25/30 Km in pianura. Un essere umano normale dovete collocarlo sui 10 Km al giorno in montagna.
Dislivello in salita
Questo spesso è l’unico parametro che si guarda. Il valore medio è 250 m di dislivello all’ora. Uno con una buona gamba può arrivare a 600m/h. Correndo (trail running) e viaggiando leggeri si può arrivare a 1000 m/h. Per la discesa i tempi sono circa 2/3 di quelli in salita (anche se nelle difficoltà EEA possono essere addirittura superiori alla salita).
Difficoltà media
In base alla scala T/E/EE/EEA cambiano le velocità di percorrenza, un fondo sconnesso come può essere un sentiero EE oppure una bella strada bianca battuta di livello T, nell’arco di una giornata possono far guadagnare o perdere anche 2 ore totali.
Meteo
I ragionamenti sulle tempistiche di solito si fanno considerando tempo buono. Semplicemente perchè col maltempo non si dovrebbe andare in montagna. Non perderò tempo a dire che il bollettino meteo va tenuto d’occhio per tutta la settimana precedente. In caso di maltempo i tempi si allungano, con pioggia battente oppure neve (non è strano!), dovete scordarvi le vostre velocità solite. I tempi sono almeno 1.5 volte superiori.
Compagni di gita
Il tempo di percorrenza lo decide sempre l’ultimo. Il più lento. Quindi è importante conoscere chi è con voi, al limite se non siete sicuri di come si muovano provate prima un giro più corto dove avete la possibilità di tagliare il giro e rientrare prima.
Peso dello zaino
L’attrezzatura ha sempre il suo perchè. Uno zaino standard per un giro in escursionismo di una giornata (mattina sera) pesa sui 5/6 Kg con acqua e cibo (anche meno se siete bravi) e la velocità di percorrenza è più o meno quella che vi ho indicato sopra. Se state via 2 o 3 giorni o avete materiale da ferrata dietro si arriva facilmente sopra i 10 Kg, vuol dire un rallentamento generale, con tappe più corte. Diciamo 1.5 volte i tempi normali e una autonomia massima di 12 km circa.