Abbiamo già parlato del metodo 3×3 come strumento per la riduzione del grado di pericolo residuo e la pianificazione di una escursione e degli altri metodi. Il metodo 3×3 è assolutamente valido come procedura, tuttavia pone la difficoltà di dare una valutazione oggettiva al pericolo dell’uscita senza basarsi su valutazioni squisitamente personali. Lo stesso Munter ha poi proposto, per l’effettiva applicazione del metodo 3×3, il cosiddetto metodo delle riduzioni del rischio, che altro non è che un metodo per dare una effettiva risposta al “go/no go” del metodo 3×3 e risulta, di fatto, un affinamento del macrofiltro “regionale”.
Munter ha proposto questo metodo semplice: valuto il grado di rischio potenziale Rp basandomi sul bollettino nivo-meteo e vado a ridurlo con il prodotto di opportuni fattori di riduzione Fr legati alla pendenza del pendio, all’esposizione e al gruppo di persone (con alcune “regole speciali”).
Il metodo è molto valido, e in linea di massima anche molto conservativo. Di fatto oltre che al filtro regionale durante la pianificazione è applicabile anche durante l’uscita, pensiamo ad esempio al caso di un pendio che abbia una condizione della neve che ci sembra particolarmente pericolosa: per ridurre il rischio normalmente si aggiungono delle distanze tra gli sciatori, in pratica stiamo aggiungendo “al volo” un fattore di riduzione. La stessa cosa se scegliamo di scendere su un versante con meno pendenza. Semplicemente il metodo delle riduzioni da un numero “matematico” per effettuare questa scelta prima dell’uscita ed eventualmente per cambiare programma durante la gita.
Su internet si trova poco in italiano su questo metodo, e fra l’altro con alcuni errori di traduzione (per esempio sulle esposizioni dei versanti, e non si da la giusta importanza a quelle che io ho chiamato “regole speciali” e ai gruppi di scelte.
I gruppi di scelte sono divisi in tre parti:
- Primari legati alla pendenza massima del pendio, e con regola che se il grado di pericolo è 3 (marcato) o superiore bisogna effettuare un itinerario che comprenda almeno uno di questi fattori di riduzione. Sta all’intelligenza che con grado 4 o 5 non si dovrebbe affrontare un itinerario su neve fresca, anche se Munter include nei rischi potenziali anche il grado 4.
- Secondari legati all’esposizione del versante dell’itinerario, e con regola che con neve bagnata tutti i fattori di riduzione non sono validi (alias Fr=1 sempre).
- Terziari legati al fattore umano, e con regola legata alla dimensione del gruppo e della distanza fra gli sciatori.
Lo schema sotto riassume il tutto e può essere stampato per portarlo con sé durante la gita.
Esempio
Facciamo un esempio pratico per capire il metodo.
Consulto il bollettino nivo-meteo e viene indicato grado 3 marcato(succede frequentissimamente), a questo corrisponde un grado di pericolo Rp=8.
Scelgo tra diversi itinerari di salita/discesa una linea che mi consenta una pendenza massima inferiore ai 35° e guadagno un fattore di riduzione primario Fr=4 (si noti che ho seguito la regola speciale). Inoltre non ho neve bagnata e, seguendo il bollettino, eviterò i versanti più a rischio, ottenendo un ulteriore fattore di riduzione secondario Fr=4. In realtà siamo solo 4 amici, quindi un gruppo piccolo, e questo mi fa guadagnare un ulteriore fattore Fr=2.
Il rischio residuo Rr, se seguo l’itinerario scelto e se le condizioni sul luogo sono quelle pianificate, è pari a Rr=Rp/(prodotto Fr)=8/(4x4x2)=8/32=0.25, che essendo inferiore a 1 è accettabile. Questo mi dice che sono certamente tranquillo? NO! Dice solo che ho tutte le premesse buone per una gita serena, ma che sul luogo dovrò comunque valutare personalmente, in base alla situazione e all’esperienza.
Variazioni del rischio residuo per gradi di pericolo diversi
Supponiamo ora di voler effettuare una gita con 4 amici, sulla cima della foto seguente, lungo il versante esposto a WNW-N, senza neve bagnata, vediamo come cambia la pericolosità del pendio, o la traccia di salita e discesa in base al grado di pericolo ottenuto dal bollettino nivo-meteo.
Intanto ho fissato due condizioni: siamo in 4 (Fr=2) e esposizione WNW-N (Fr=1). Quindi, salvo le regole speciali, lungo il versante posso scegliere di muovermi solo cercando pendenze più o meno favorevoli (sotto i 35° Fr=4, tra i 35° e i 40° Fr=2, sopra i 40° Fr=1).
Analizziamo ora le inclinazioni del pendio, per poter valutare dove sia più o meno rischioso salire e scendere.
Ora passiamo ad assegnare un fattore di riduzione Fr seguendo i fattori di riduzione primari legato alle inclinazioni del pendio (>40° Fr=1;tra 35° e 40° Fr=2; < 35° Fr=4).
Ora possiamo valutare come cambia la valutazione del rischio residuo del versante partendo da gradi di pericolo valanghe del bollettino nivo-meteo diversi. Nelle immagini seguenti evidenziamo in verde le zone del versante con Rr<1 e quindi percorribili, in rosso le altre e per ciascuna zona il numero indica il valore ottenuto da Rr.
Conclusioni
Il metodo evidenzia bene la gravità delle situazioni in una gita condotta con grado di pericolo 4. Bisogna peròricordare che quella fatta qui è una analisi semplificata e andrà sempre fatta una valutazione sul posto, oltre che una analisi delle condizioni reali sul posto. Tuttavia come metodo decisionale a priori sembra essere interessante.
[…] i recenti articoli pubblicati sul metodo delle riduzioni 3×3 di Munter, ho creduto interessante fare una analisi a posteriori di questa tragedia. La valutazione non vuole […]